| Dal Diario di un Chierico... Le Avventure delle Terre Dietro l’Angolo Capitolo 8 - Doppia imboscataI Derro stavano fuggendo ma non tutto era perduto: Galdor, prima ancora che Inejhas potesse finire di guarire completamente le sue ferite, invoca a sé il potere della Natura e trasforma il suo corpo in quello di un Ghepardo e con uno scatto fulmineo nel giro di cinque secondi raggiunge l’ultimo Derro della fila e lo colpisce con una potente artigliata sfruttando lo slancio della corsa; quindi prima che l’avversario possa rendersi conto di quello cha sta succedendo, lancia l’Incantesimo Invocare Tempesta di Fulmini, dirigendo un fulmine magicamente invocato contro uno dei Derro più avanti, che crolla a terra fulminato dalla potente scarica; intanto il Derro colpito dall’artigliata del Druido mutato in felino, si gira e con puro terrore negli occhi indietreggia lanciando sull’avversario Suono Dirompente: l’Incantesimo colpisce il sistema nervoso di Galdor, il quale barcolla e rimane stordito per qualche secondo. Frattanto Dorian decide di andare ad aiutare il compagno Druido a togliere di mezzo la minaccia del plotone, così lancia su di sé Libertà di Movimento, liberandosi dall’ingombro del suo pesante equipaggiamento e correndo in direzione delle mura. Ma mentre Dorian si allontana, Kerwyn e Xanter percepiscono i rumori di un altro plotone di Derro diretto verso la torre: questa volta è Kerwyn a decidere il da farsi, facendo nascondere i compagni in posti strategicamente adatti per un’imboscata, pronti a saltare fuori e a circondare i nani grigi per impedire loro la fuga: non avrebbero commesso due volte l’errore di raggirarli. A diversi metri di distanza, un Ghepardo di nome Galdor continua a lanciare fulmini all’impazzata contro la colonna di Derro in fuga disperata, alcuni dei quali mancano i lesti bersagli, altri invece che vanno a segno, abbrustolendo altri tre Derro. I sopravvissuti però, cercando di trovare maggior riparo da tutto ciò che stava succedendo, si gettano tra gli alberi della foresta, e lì scompaiono alla vista; l’unico che rimane a combattere è l’ultimo della fila, che non accenna ad indietreggiare, e spinto da un impeto di coraggio continua a trattenere Galdor; Questi non può buttarsi all’inseguimento dei fuggitivi, ormai già lontani nella foresta, e quindi cerca di sbarazzarsi in fretta del piccolo invadente nano, il quale però non molla e continua a schivare ogni fendente di Scimitarra che il Druido gli assesta, restituendogli molti colpi dolorosi. Dorian, compresi i fatti arriva alla giusta distanza per calcolare le misure senza errori, e poi lancia Arma Spirituale: alle spalle del Derro si accumulano infinite particelle di forza che si consolidano prendendo la forma di uno Spadone traslucido di immensa bellezza; la copia di Kelmar fluttua per un istante sospesa poi, ubbidendo ad un muto ordine di Dorian, vibra un affondo alle spalle del Derro, il quale rimane trafitto senza possibilità di fuga dalla lama di forza. Quando il plotone di Derro arriva nella radura della torre, davanti a loro ci sono solo alcuni cadaveri sparsi, ma i combattenti sembrano non notarli; poi, mentre si avviano per completare il loro giro, odono una specie di grido di battaglia lanciato da Joif, e subito dopo ai quattro estremi della radura spuntano simultaneamente le quattro figure di Kerwyn, Xanter, Veit e Inejhas, i quali si lanciano senza esitazione contro lo schieramento compatto. La loro carica è rapida e devastante: ognuno di loro corre brandendo le armi come posseduto da uno spirito della guerra, ogni fendente solleva sangue e frattaglie, e in meno di un minuto la battaglia è finita e i corpi dei Derro, o quel che ne rimane, giacciono immobili al suolo intorno ai loro carnefici i quali, rinfoderate le armi, si voltano verso la foresta in lontananza e rimangono in silenzio ad aspettare, chiedendosi che cosa stessero facendo Galdor e Dorian. I due compagni si incontrano, e Galdor mette al corrente Dorian del fatto che i Derro sono fuggiti nella foresta sperando di mettersi in salvo più facilmente, e lui vorrebbe seguirli e toglierli definitivamente di mezzo. Il Chierico non è molto convinto, non ritiene che sia una buona idea quella di lanciarsi nella foresta da soli dopo quello che è successo con i Treant, ma il Druido ormai è fermamente convinto, e lui non gli avrebbe permesso di mettersi in pericolo da solo. Così dopo aver deciso di inseguirli, Galdor evoca al suo fianco due Leoni e tre Vipere Strangolatrici, poi si trasforma in un Orso e seguito da Dorian e dai suoi animali si lancia nella foresta all’inseguimento degli sfuggenti nemici: la caccia comincia e Galdor ordina alle sue bestie di dividersi per setacciare meglio la zona nella speranza che i Derro si siano fermati credendosi al sicuro. Tuttavia passano alcuni minuti, e nella foresta non c’è più traccia dei Derro, così Dorian si ferma e convince il compagno a rinunciare a questo inseguimento senza speranza, perché i Derro sono creature vili e codarde, e mai si sarebbero volte indietro a combattere. Convinto dalle parole dell’amico, Galdor richiama a sé gli animali ,e molto amareggiato si volge indietro per tornare alla torre insieme a Dorian. Improvvisamente però le fronde si muovono intorno a loro e si intrecciano fino a creare una fitta rete di rami nodosi, che viene calata davanti alle facce stupite di Dorian e Galdor, i quali rimangono scioccati da ciò che succede intorno a loro, e non muovono un dito; quasi contemporaneamente, dalle stesse fronde spuntano quattro enormi rami coperti di spine acuminate che colpiscono ferocemente gli animali evocati da Galdor, i quali vengono spazzati via e atterrano al suolo inermi, prima di sparire in uno sbuffo di polvere. I due eroi imbracciano le armi e si guardano intorno quando finalmente le fronde si diradano, e scorgono due enormi Treant Immondi intenti a riversare energie magiche in altre due querce, le quali a processo ultimato si animano e si preparano anche loro alla battaglia. Dorian decide di riscuotersi da quel senso di stupore, e visto che la situazione è già abbastanza difficile, agisce immediatamente per non dare altro vantaggio ai nemici, che da due sono ora diventati quattro: richiamando a sé le energie divine, il Chierico lancia l’Incantesimo Esilio, e lo dirige contro i due Treant originali. L’Incantesimo esplode sui bersagli, aprendo un varco che li avrebbe risucchiati fino a trasportarli nel loro piano d’origine, ma quando il varco si richiude, non è cambiato nulla: Dorian allora si rende conto che i Treant, anche se conciati in quel modo, non sono comunque degli Esterni, e perciò, Esilio non ha alcun effetto su di loro. Galdor non se ne sta in disparte, ma anche lui cerca di difendersi dalla nuova minaccia appena giunta, così invoca un altro fulmine, che in un fragoroso boato si schianta al suolo, estendendosi nella sua traiettoria a due Treant, che vengono invasi di energia elettrica. Ma quando le scariche elettriche svaniscono, i Treant sono ancora lì, con il tronco bruciato, ma non in gravi condizioni, e ai due amici pare che stessero sghignazzando mentre alzavano i loro rami e li facevano ricadere su Galdor: i colpi sono durissimi, e un orso non è molto agile a schivare colpi diretti, e ancora una volta il Druido non riesce ad evitare il peggio, finendo schiacciato a terra dai pesanti bracci legnosi. Ad una prima occhiata, Dorian capisce subito le condizioni del compagno: a terra con due o tre costole rotte, la zampa sinistra fratturata e una macchia di sangue che si allarga sul petto tra il pelo marrone, ma nonostante tutto, non è ancora svenuto, è solo troppo debole per continuare; Dorian allora tira un sospiro di sollievo e, sperando che il compagno abbia il buonsenso di non alzarsi, si può concentrare sui nemici senza dover temere per la salute del Druido, che potrà essere curato una volta fuori pericolo. Così Dorian richiama ancora una volta a sé il potere divino che si concentra nelle sue mani, ma questa volta l’energia assume un colore argenteo, e si concentra sempre di più prima di essere scagliato contro una delle due querce trasformate in Treant. Il Dissolvi Magie avvolge l’albero, disgregando ogni sorta di potere magico che albergava prima in quel legno, e un attimo dopo, il Treant mette le radici, tornando ad essere una comune quercia. I rimanenti avversari, convinti di aver ucciso uno dei due intrusi, circondano il Chierico da tutti i lati, il quale però li fronteggia coraggiosamente senza indietreggiare di fronte alla superiorità numerica e a quella dimensionale; purtroppo però, tre nemici sono duri da tenere a bada da solo, e dopo aver sopportato numerosi colpi che lo hanno scaraventato a terra, Dorian continua a rialzarsi, ma oramai barcolla, sente in bocca il sapore del sangue e sa che on potrà resistere ancora a lungo, così tenta di dissolvere anche la magia dal secondo Treant: Dissolvi Magie avvolge la quercia, ma questa si rivela più forte della precedente, e le ferite riportate non aiutano Dorian a concentrarsi meglio. Fallito il tentativo di dissolvere la seconda quercia vivente, Dorian viene messo di nuovo giù da una frustata, e anche se si rialza sente il dolore di ossa rotte in vari punti del corpo. In quel momento cade un altro fulmine fra i Treant, e d’istinto il Chierico si gira verso l’orso che aveva lasciato per terra a riposare: lo vede stanco, debilitato, con una ferita che si aggrava sempre di più sul petto, ma che ha tentato il tutto per tutto per uscire da quella situazione, finché le forze non lo abbandonano e lui ricade all’indietro privo di sensi. Sapendo di non poter reggere un altro colpo in quelle condizioni, e con la certezza che Galdor era in agonia, Dorian raccoglie ancora le sue energie divine, ormai quasi agli sgoccioli, e lancia Fuorviare: l’energia lo avvolge ancora, rendendolo invisibile agli occhi dei mortali, e creando una sua immagine che egli posiziona in direzione opposta a Galdor, sperando che i mostri cadano nella trappola; per fortuna i Treant si muovono in direzione della copia di Dorian, attaccando il vuoto senza rendersi conto di essere stati raggirati. L’originale intanto si trascina stancamente verso il corpo del compagno e lo inonda di energia positiva, ristabilendo la sua salute, ricucendo le sue ferite e ricreando il sangue perduto, quindi fa la stessa con le sue ferite, non gravi come quelle del compagno, ma ugualmente serie. Galdor, sentendo la vita scorrere di nuovo nel suo corpo apre gli occhi e si rialza, allora Dorian gli spiega cosa sta succedendo e lo incita a fuggire prima che i nemici si accorgano della consistenza del loro attuale bersaglio. Ma un lampo sinistro balena negli occhi di orso del Druido, il quale invece di apprestarsi a correre via, si concentra per invocare un altro fulmine. In quel momento Dorian si rese conto che la sete di vendetta del compagno stava prendendo il sopravvento. Edited by Eldrad - 26/6/2020, 20:08
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