| CITAZIONE (Tariel @ 26/4/2011, 13:22) Enoteismo non indicava l'ìavere più divinità racchiuse in una unica?Come la Trinità cristiana? Ho per ora questo: http://it.wikipedia.org/wiki/Enoteismo#Cristianesimo e questo commento di due compari (non è detto che ne condivida il pensiero) [ATTENZIONE: PER SPECIALISTI]: CITAZIONE > La «costruzione» di un credo è simile sia su base sociale sia su base > individuale. > > Come ben descrive Mircea Eliade (Storia delle credenze e delle idee > religiose, ed. Rizzoli), l' homo religiosus ha una genesi legata > strettamente alla terra e per niente al «cielo». Le popolazioni di nomadi > cacciatori immaginarono il sacro come l' altra faccia del loro essere nel > mondo. Gli dei e gli spiriti avevano forme a loro familiari. Dal momento > che > l' animale è il perno dell' esistenza del cacciatore ecco che l 'animale è > considerato intermediario tra divino e profano; gli dei e gli spiriti sono > così concepiti in forme uomo-bestia dotate di qualità che mancano a quelle > reali. > > E siccome la vita è ritenuta elargita dall' aldilà, gli dei sono immaginati > > semi bestie alate, muniti di artigli, zanne, coda, ecc. Da quel momento, > non > si è fatto altro che raffinare queste fantasie (per esempio, nel > cattolicesimo la bestia alata è diventata l'angelo o il demonio, i fenomeni > > sorprendenti della natura sono diventati miracoli...), fino ad approdare a > quella filosofia del Nulla che è la teologia, secondo cui l'accumulo > disordinato di idee e immaginazioni secolari trova una certa sistemazione > nelle varie forme della religione: politeismo (credere in molte divinità), > enoteismo (credere in una divinità principale e ad altre secondarie - è il > caso del cattolicesimo), panteismo (credere in una energia divina che > permea > tutto l'universo), animismo (credere che gli oggetti abbiano un «anima») e > monoteismo (credere in un solo dio - attualmente in disuso). Il mondo > religioso è così frastagliato (solo le sette cristiane sono 2.500) che > basterebbe tale eccessiva diversificazione, a rigor di logica, a far > fortemente dubitare che abbia una «verità» comune; senza calcolare che ogni > > religione ritiene che le altre sbaglino... > > Su base individuale, la costruzione di un credo religioso è legato > necessariamente alla cultura e alla familiarità in cui si nasce e si > cresce. > Non a caso, i bambini dei cristiani diventano cristiani, quelli dei > musulmani diventano musulmani, ecc. (ovviamente ci sono le eccezioni, ma > costituiscono una quantità così piccola che non confuta l'asserzione). > > E non a caso il mondo religioso è distribuito per «macro aree» di credenze: > > i musulmani estesi dall'Africa settentrionale al Medio Oriente, i buddisti > concentrati nel continente indiano, i cattolici diffusi soprattutto in > Europa e in Sud America, gli Ortodossi in Russia, ecc. Questo non significa > > altro che ogni gruppo umano, nella propria zona, ha sviluppato un proprio > modo di intendere la divinità, un proprio modo di immaginarsi quel che non > sapeva spiegarsi. Ancora una volta, l'origine comune non è affatto un dio > bensì tanti modi anche diversissimi di dare risposte ai misteri della > natura; controprova: col nascere e il progredire delle scoperte > scientifiche, il campo delle spiegazioni ultraterrene, una volta > vastissimo, > s'è irrimediabilmente ridotto; il mondo una volta lo reggeva un titano > chiamato Atlante, poi s'è scoperto che non era vero; tre secoli prima di > Cristo, Eudosso di Cnido fece credere a tutti che il cielo era formato da > «sfere celesti» messe lì da un dio, ma poi abbiamo scoperto che le cose > sono > un po' diverse; queste idee erano «fedi» esattamente come quelle odierne, > non c'è alcuna differenza, avevano la stessa credibilità per chi ci > credeva, > eppure sono svanite e oggi ne ridiamo; allo stesso modo, oggi il clero > cerca > di costringerci a credere che esista un altro mondo invisibile e non > percepibile e ciononostante pieno zeppo di oggetti risibili e davvero > incredibili: anime da inserire nei nascituri, anime fuoriuscite dai morti, > migliaia di ex morti «fatti» santi da uomini detti papi e capaci di > compiere > magie dette miracoli, creature angeliche e demoniache, un tribunale > monocratico che giudicherà morti resuscitati, spazi dedicati alla gioia e > alla pena eterne... E' veramente da pazzi sfrenati credere in tutto questo! > > Sennonché, presto o tardi a queste fantasie micidiali si sostituirà > finalmente un tantinello di serietà e di ragionevolezza (e speriamo non > altre fantasie ancor più folli). > > Quindi l'alveo geografico-culturale in cui si nasce, e la funzione > educatrice della famiglia (totale almeno per i primi 10 anni), modellano - > proprio come farebbe un vasaio con un pezzettino di creta - le concezioni > irrazionali che saranno poi la base della credenza religiosa del bambino. > In > questo senso, come si può chiamare l'azione della famiglia e della > micro-società (scuola e parrocchia, nel nostro caso) se non «violenza»? Chi > > autorizza un genitore o un prete a dare informazioni a quel bambino rette > soltanto dalla propria immaginazione e da personali e infondate credenze > spacciate per verità assolute? Non sarebbe più onesto un genitore o un > prete > che dicesse che quelle cose sono soltanto sue opinioni che possono non > valere per altri? Nessuno pare scandalizzarsi se diciamo a un bambino che > sulle sue spalle ci sono un angelo e un diavolo invisibili e che se fa il > cattivo brucerà eternamente all'inferno, ma rischiamo l'esilio sociale se > gli spieghiamo una cosa vera e concreta come la violenza umana. Mi chiedo > cosa faccia più danni: dargli per certo un mondo invisibile e spaventoso o > permettergli di seguire un telegiornale? > Ma perché un bambino sembra crescere e abbandonare molte credenze e non > quella religiosa? Perché nessun sano di mente a 20 o 30 anni crede ancora > alla Befana, alla Fatina dei denti e all'Uomo Ragno, e trova invece normale > > credere ancora ai miracoli o a un dio che determina l'intera esistenza? > > Questa apparente «specialità» della credenza religiosa è un argomento a > favore di chi vuole dimostrare che credere in dio non è come credere in > babbo natale. Invece, ancora una volta, la spiegazione è semplice ed è > culturale. Una famiglia e una società «credenti» che avvolgono quasi > totalmente il soggetto ben oltre l'età dello sviluppo, di fatto gli > impediscono quella crescita del pensiero che lo tirerebbe fuori dal pantano > > delle credenze. Anzi, da ogni parte cominciano ad arrivare addosso > all'individuo > mille altre irrazionalità che rafforzano quella religiosa: fantasmi, ufo, > energie curative misteriose, medianità, parapsicologia... Il mondo > dell'individuo, > invece di «asciugarsi» rimanendo in un percorso di ragionevolezza e di > concretezza, dilaga senza nessun freno in campi i più squinternati. Tutti > coloro che hanno fede credono anche, chi più chi meno, a uno o più delle > altre irrazionalità. > > La Chiese sono rette da «abitudini condivise»: tutti fanno le stesse cose, > tutti sono esposti alle stesse suggestioni. In questo modo tutti entrano in > > risonanza, si rimbalzano le credenze, si convincono l'un l'altro che le > cose > in cui credono sono giuste e sacrosante (esempio tipico, la messa, in cui > un > conduttore riconosciuto speciale guida parole e atti rituali della platea e > > finge accadimenti miracolosi - la transustanziazione - impossibili da > verificare ma imposti come verità assolute): è il meccanismo del fanatismo, > > che porta sempre a una posizione per cui «la mia religione è giusta, la tua > > è sbagliata, il mio dio è più potente del tuo, il mio dio è il solo dio gli > > altri sono feticci pagani». Chi non ha religioni viene percepito mancante > di > qualcosa (ateo significa senza dio), e non c'è il sospetto che quel > qualcosa > di cui è privo è l'illusione. > > Il bambino, quindi, rimane al centro di queste risonanze che, ripeto, > riguardano dio e la sfera celeste, ma pure ufo, energie misteriose e morti > che danno i numeri in sogno. Ad un certo punto, perché dare credito a un > dio > onnipotente seduto in cielo capace di aver fatto l'universo intero e di > regolare tutti i minimi gesti degli umani, e non dare credito a ben più > umili fenomeni come il «miracolo» di san Gennaro o le «apparizioni» > soggettive di Fatima? Tutto diventa verosimile, accettabile, anzi «ovvio». > E > non si capisce perché esistano gli scettici e gli atei, che di conseguenza > sembrano arroganti imbecilli incapaci di vedere la maestosità del Creato. > > A questo punto la strada di quell'ex bambino è segnata. Genitori ottusi e > autoreferenziali, complici di un sistema sociale (chiesa, scuola, mass > media, politica) clericale e incapace di discutere criticamente sulla > propria irragionevolezza, hanno distrutto ogni fiammella di pensiero > alternativo possibile in quel bambino, di quel clone inconsapevole delle > proprie origini. Il «battesimo», un modo per chiamare altrimenti > l'asservimento > coatto a una credenza religiosa, diventa eterno perché diventa un > gratificante «così fan tutti». > > Conformismo è la nuova parola d'ordine; e la Chiesa è l'espressione massima > > del conformismo: coi suoi riti, coi suoi dogmi, col suo moralismo, coi suoi > > ossessivi precetti. Con la sua «missione» di togliere libertà all'Uomo, > illudendolo di trovare una diversa (e ovviamente vera) libertà in un > post-mortem che ha comprato e che vende a suon di ricatti atroci. E' la > Chiesa dei Comandamenti, dei peccati, dei divieti, del castigo, delle > sofferenze lodate, del servilismo spacciato per dovere. Una Chiesa, > soprattutto quella cattolica, imprigionata e infelice, che vuole l'Umanità > imprigionata e infelice come lei. > > E assieme alla libertà, quell'uomo perde pure la felicità. Senza saperlo. > Impara a inchinarsi al dio inconsistente che gli hanno mostrato su un > dipinto, impara a servire gli sciagurati suoi ministri, impara a > mortificare > la propria vita e a cominciare una raccolta punti alla fine della quale gli > > hanno detto che ci sarà un super premio chiamato Paradiso. > > Povero bambino, povero uomo! Rimarrà illuso e vittima di assurdi raggiri > fino alla morte. Mai nessuno (nemmeno «quello» di 2000 anni fa) è ritornato > > da morte certa per raccontargli come stanno davvero le cose. E dunque > continua ad ammazzare il proprio diritto alla felicità con quell'abominio > chiamato «fede». CITAZIONE La definizione di enoteismo * **(credere in una divinità principale e ad altre secondarie)* e l'esempio del cattolicesimo come enoteismo risultano del tutto sballate.
L'enoteismo non consiste nel credere in un dio principale Ma nello scegliersi un dio proprio senza negare l'esistenza di altri dei per altre persone e popoli.
Anzi, la definizione dovrebbe oggi esprimere il riconoscimento di altre vie verso il divino o verso la salvezza.
Certo, dopo una prima fase politeista, fu enoteista l'Ebraismo antichissimo. Poi l'ebraismo antico e quello piu' aperto attuale (magari non quello intermedio o quello estremista) potrebbe essere definito enoteista.
Invece il cristianesimo & cattolicesimo (come l'islam) sono religioni assolutamente esclusiviste verso dei altrui.
Che poi il cristianesimo non sia molto monoteista per l'inglobamento di decine e decine di santi gia' divinita' pagane, per figure come quella della madonna e le varie persone della trinita' e' altra cosa. Ma se questo fosse importante (ed a me non pare moltissimo) perfino la religione piu' monoteista, cioe' l'islam ortodosso prevede varie deviazioni dal monoteismo, a cominciare dal nome di Allah che NON era il dio (presunto monoteista anche se non e' vero neanche questo) di ABRAMO, ma un dio lunare maschile, dio supremo, ma scaduto a deus otiosus. Poi non e' perfettamente monoteista neppure per la presenza di esseri intermedi come diaavoli, angeli, jinn eccetera.
Ma se ha ragione Manacorda, ed io glie ne do moltissima, la principale distinzione da fare fra monoteismi storici e politeismo storico non e' nel numero degli dei, ma proprio nella tolleranza/ intolleranza.
E QUESTA E' LA CARATTERISTICA CHE ACCOMUNA le due religioni che io chiamo costantemente esclusiviste: Cristianesimo ed Islam. Costantemente esclusiviste in tutta la loro storia, mai hanno ammesso la validita' e legittimita' di vie diverse verso il divino o per la spiritualita'. Esistono eccezioni? certo, nel modo di sentire e di pensare della maggior parte delle persone solo nominalmente cattolici, a forza di tolleranza siamo al riconoscimento della pari dignita' di tutte le vie verso il sacro, ma altra cosa e' per il pensiero religioso cristiano: anche se esiste qualche pensatore - teologo ultra moderato ecumenico europeo, negli ultimi tempi "relativisti", non mi pare ne' maggioritario, ne' tanto meno recepito dalle posizioni ufficiali della chiesa, ancora sull'affermazione che fuori dalla Chiesa non puo' esistere salvezza: "EXTRA ECCELSIA NULLA SALUS" EDIT: questa è nuova. CITAZIONE Enoteismo e' (era) il normalissimo adottare un dio come proprio patrono, come dio della propria tribu', senza per questo negare che anche le altre tribu' abbiano i loro dei, e che questi siano egualmente dei.
E' cosi' che era in origine la religione degli ebrei NON DIVERSAMENTE da tutte le religioni dei popoli vicini.
(NON cosi' fu per il culto del sole di AchenAton che fu pensato proprio come monoteismo, senza avere una fase enoteistica precedente: Aton non fu mai un dio tribale).
Poi la classe sacerdotale nobiliare ebraica si guasto' nell'esilio babilonese a contatto con la religione dualista zoroastriana (ma i religiosi sia zoroastriani sia monoteisti abramitici tendono comunque a presentarsi come monoteisti relegando il dio del male a semplice entita' secondaria o diavolo che dir si voglia).
Scoperto a Babilonia il valore propagandistico mobilitatorio e come strumento di dominio di una religione di stato assolutista monoteista maniacale tornati a Gerusalemme la imposero a suon di falsi libri "ritrovati" e di epurazioni ai loro compatrioti che erano rimasti in patria (infatti l'esilio aveva riguardato quasi solo le elites).
Ebbene ho scritto che gli ebrei che furono i battistrada dell'intolleranza ai tempi dell'ellenismo Seleucide e dei Romani, attualmente, a forza di tolleranza sembrano tornare sui loro passi trasformando (per molti) la loro religione in poco piu' di una riflessione intima sull'etica.
Comunque mi pare che neppure nel monoteismo gli ebrei proclamarono MAI niente di simile allo "Extra ecclesia nulla salus" premessa di tutte le persecuzioni di eretici. Infatti (e ne ho gia' scritto) esiste il principio per cui i non ebrei possono comunque salvarsi dalla ira dell'Altissimo se rispettano i principi base delle leggi divine, ovvero i principi di Noe' ovvero "noachici".
Questo non e' proprio enoteismo, perche' non c'e l'espresso riconoscimento e rispetto paritario verso gli altri dei, ma QUASI, in quanto si esprime il rispetto per la piena umanita' di tutti gli altri uomini al mondo che si comportino in modo giusto, indipendentemente da idee eventualmente sbagliate che abbiano su quali sia l'unico dio.
QUESTO oggi (oltre alle dimensioni demografiche che impongono modestia oggettiva) distingue secondo me in modo molto netto il monoteismo ebraico NON ESCLUSIVISTA (da salvezza) dai due monoteismi ultimi, cristianesimo ed islam, che entrambi proclamano questa unicita' di salvezza, questa netta distinzione fra il vero fedele e l'infedele.
E, caro Edo, si', "attualmente" grazie alle botte illuministe, OGGI con ben diverso fervore.
Ben pochi dei due miliardi e mezzo di cristiani al mondo (e quasi nessuno in Europa) e' piu' disponibile ad ammazzare infedeli solo perche' infedeli. Tantini del miliardo e mezzo di islamici invece si cullano ancora con l'idea e si danno a danze nelle strade e distribuzioni di dolci per festeggiare stermini di infedeli.
Come ha scritto superbamente Manacorda la differenza principale fra monoteisti cristiani e politeisti pagani non e' certo nel numero di dei adorati, ma nella tolleranza. E, si' sono esistite religioni della tolleranza e religioni della intolleranza, tendenze alla intolleranza e tendenze alla tolleranza sincretica e possibilista, ed integrazioni dei miti propri in quelli altrui ed altrui ed altrui e cosi' via all'infinito.
E solo 2 religioni hanno cercato di dominare il mondo intero con l'intolleranza e solo una ci sta provando oggi attivamente con la violenza. ora non mi va di trovare... se trovi qualcosa di interessante posta qui! Diamo subito un perché al nome. Mi è saltato alla mente quel periodo in cui gli ebrei veneravano una pluralità di dèi (tipo durante l'età del ferro) e ci sono non soo tracce nell'antico testamento, ma anche molti reperti che danno riprova di ciò. Poi d'un tratto un dio dei tanti li pretese per sé e li fece diventare il proprio popolo prediletto, intimandoli di non adorare nessun altro all'infuori di lui... nonché infondendolo di una ferocia e possanza divina senza mezzi termini per sterminare altre popolazioni (cfr. Bible deaths, Atrocità nella Bibbia). Quindi diciamo che il nome Enoteismo! è sarcastico (possiamo cambiarlo), quando si tratta invece di una vera lotta tra popoli e dèi. Ora chiedo a voi prima di tutto se siete interessati e in quel caso come vi immaginereste la cosa. Parto con qualche idea che mi balenava pel cervello. 1)Il gioco è autoironico, sarcastico, al limite del blasfemo, parodistico. 2)Il giocatore può controllare la propria divinità, il proprio popolo, o tutt'e due. Oppure ancora può controllare il proprio popolo e la divinità che più lo odia. (qualcosa alla Grandi Dei Orki, ma con più contrasto) 3)Il sistema deve essere semplice, semplice, con gli stunt per acclamazione (eXalted?) che diano bonus. 4)Il dio dà potere al popolo e il popolo dà potere al dio (in che modo?). 5)Possono esserci conversioni, ma mi immaginavo divinità piene di boria e gelosia che trucidassero gli infedeli... Che ve ne pare? Edited by Eldrad - 28/4/2011, 14:54
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