Ancora su allineamenti, interpretazione, regole

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Eldrad
view post Posted on 14/8/2016, 08:26 by: Eldrad
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Apro un topic a parte perché il post di Galsi (QUI) mi ha fuso le cervella e ho scritto di conseguenza un papiro.

Sarà che c'ho un "background" diverso, che sono cresciuto in 3.x e che ingenuamente pretendo di estendere il discorso ad altre edizioni... ma non sono d'accordo con niente di quello che dice. :) Ammetto però di aver anch'io un tempo fatto parte del suo "partito" perché mi ero profondamente schifato da chi giocava senza trasporto, tirando solo secchielli di dadi. Devo ringraziate Tariel e la gente di Pésciauar che mi hanno salvato dalla degenerazione opposta.

CITAZIONE (Galsi @ 6/12/2013, 14:08) 
Se si vuol interpretare, allora il lineamento nemmeno servirebbe.

Ne ho viste di asserzioni "decostruttiviste" con la premessa del «se si vuole interpretare». Si può cestinare qualsiasi allineamento, qualsiasi regolamento, qualsiasi gioco di ruolo, qualsiasi gioco (basta che i giocatori sono d'accordo). Tanto si interpreta... Qual è il punto, dunque?
L'interpretazione e le regole sono due cose distinte: si può fare benissimo improvvisazione teatrale free-jazz come si può interpretare a scacchi, ma indubbiamente le regole contribuiscono a definire quella interpretazione.
Ad esempio, è naturale interpretare un personaggio in modo "potente" se il regolamento gli permette di fare cose più degli altri. Nell'improvvisazione senza briglie puoi anche interpretare il ruolo della regina dominatrice con pari legittimità che negli scacchi, ma è un'autoimposizione e non è dovuta a un regolamento: questa regina si potrebbe benissimo stufare di rischiare la pelle viaggiandosi in lungo e in largo la scacchiera, potrebbe mettere il re in sella al cavallo e farlo galoppare a suon di schioppi da arcibugo. Vedo invece difficile negli scacchi non interpretare una regina come dominatrice sul campo.
Prendiamo un esempio da gioco di ruolo; se non c'è l'allineamento, puoi interpretare tranquillamente un druido bioterrorista; se giochi con gli allineamenti, è molto probabile che un druido bioterrorista sia neutrale malvagio, come è molto probabile che un druido neutrale malvagio sia bioterrorista. (vado con l'"accetta"... haha, l'avete capita? sì, è stupida assai)
Il punto è che la volontà di interpretare prescinde dalla volontà di assumere un certo insieme di regole. Sta tutto al «contratto sociale» che si instaura tra i giocatori. Qui poi ci sono scuole di pensiero, una anomica per cui l'interpretazione prevale sul regolamento e quest'ultimo deve adattarsi ad essa, e una ananomica per cui il regolamento stabilisce i paletti dell'interpretazione.

CITAZIONE (Galsi @ 6/12/2013, 14:08) 
Il punto è che per alcune classi è necessario per porre paletti al loro range di possibilità.

Qui non so dove partire sul non essere d'accordo. Sia limitare questo range di possibilità si può fare senza allineamento, sia l'allineamento non è la ragione per limitare questo range.

CITAZIONE (Galsi @ 6/12/2013, 14:08) 
Ce lo vedi un paladino, che dovrebbe proteggere chiunque, andare in giro per una città ammazzando chiunque perché nel villaggio è stata trovata la base segreta di un culto malvagio e si sospetta che tutto il villaggio faccia parte del culto?

Facciamo che il culto malvagio apre un portale per gli Inferi e lega questo squarcio dimensionale alle vite dei villici innocenti. Finché questi saranno in vita, il portale aumenterà le sue dimensioni indefinitamente fino a risucchiare dall'interno tutto il Piano Materiale. Permetti che anche un paladino possa non essere così netto nel giudizio?

CITAZIONE (Galsi @ 6/12/2013, 14:08) 
Un qualche guerriero generico magari si, ma un paladino del bene...

Questa discriminazione del guerriero mi ha sempre lasciato così. Un guerriero "del bene", come scrivi tu, non si farebbe gli stessi e identici dubbi morali di un paladino del bene? Qual è la differenza, che uno perde i poteri se va contro i suoi principi e l'altro no? E chi ti dice che il guerriero non perde la forza a causa del trauma psicosomatico che gli verrebbe dopo un conflitto morale di queste proporzioni?

CITAZIONE (Galsi @ 6/12/2013, 14:08) 
Quindi come regola di base solo i comportamenti strettamente legati a delle professioni hanno ragione di esistere, come in D&D becmi il paladino e il vendicatore, il chierico del bene e il chierico del male.

Non ho capito, potresti scriverlo in altre parole? Penso sia un riferimento alla 4.

CITAZIONE (Galsi @ 6/12/2013, 14:08) 
qui non ci sono linee base di condotta tracciabili, specie se scegli di non allinearti. In quel caso tutto ti è possibile senza remore ne crisi di coscienza... Per me è poco credibile...

Per me è poco credibile che i personaggi non abbiano linee di condotta per sé, senza ricorrere a regole. Questo a prescindere dall'esistenza dell'allineamento.
Poi, l'importanza dell'allineamento sul profilo comportamentale dei personaggi dipende dall'ambientazione che uno sta giocando. Eberron è un buon esempio e non è difficile crearne una senza contemplarli. Ciò non vuol dire che i personaggi facciano quel che cazzo gli pare, o che non fare quel che cazzo gli pare il mondo che li circonda non reagisca di conseguenza.
Dirò di più, a "sigle" uguali corrispondono interpretazioni diverse di quei concetti

CITAZIONE (Galsi @ 6/12/2013, 14:08) 
In advanced il volume degli allineamenti aveva ragione di esistere per il culto, le classi e anche dei comportamenti che indicavano linee di condotta.

Sono curioso! Come si chiama il volume?
 
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3 replies since 14/8/2016, 08:26   84 views
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